Cosa sono i disturbi dell’alimentazione, come si manifestano e come posso tenerli lontani e arginarli? I consigli di Beatrice Planas, psicologa Prato.
I disturbi del comportamento alimentare: cosa sono e come si presentano
Un nodo che stringe la gola, il terrore di ingrassare e sfigurare, la masticazione lenta, continua e infinita, senso di oppressione, depressione, problemi in famiglia.
I Disturbi del Comportamento Alimentare sono patologie molto complesse, che si caratterizzano con un’alterazione delle abitudini alimentari e un’eccessiva preoccupazione per il proprio peso.
Colpiscono molto più le donne che gli uomini e sono soprattutto occidentali le vittime, segno di come questa patologia sia dovuta all’ossessione che la nostra cultura ha nei confronti dell’aspetto fisico.
Quali sono i disturbi dell’alimentazione?
Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Binge Eating (Disturbo da Alimentazione incontrollata). Sono diversi i Disturbi del Comportamento Alimentare. Nello specifico:
Bulimia
Nella Bulimia c’è una vera e propria dipendenza dal cibo, come quella che si ha per le droghe o per l’alcol. Il paziente si sempre eternamente vuoto e ha bisogno di riempiere questo vuoto assumendo grandi quantità di cibo.
La Bulimia infatti è caratterizzata da episodi dove il paziente si abbuffa in maniera esagerata ed episodi dove poi il paziente ha bisogno di compensare, liberandosi del cibo ingurgitato attraverso il vomito auto-indotto, l’uso spropositato di diuretici e di lassativi.
Disturbo dell’Alimentazione Incontrollata
Scoperto solo negli anni ’90, si differenzia dalla bulimia nervosa per la mancanza di comportamenti di compenso: non c’è nessun tentativo di liberarsi da quello che si ha mangiato.
La persona che soffre di questo disturbo alimentare ha come scopo quello di ingurgitare qualsiasi cosa per calmare la propria ansia, anche se è consapevole che non funziona. È un disturbo diffuso soprattutto tra gli adolescenti, che cercano un rimedio alle loro sofferenze nel cibo, fino a perderne il controllo.
Anoressia Nervosa
La persona anoressica non si sente mai abbastanza magra, anche se il suo peso è ben al di sotto del valore minimo normale. Questo porta ad avere una percezione distorta del proprio sé. C’è un rifiuto totale del cibo. Per non ingrassare, allora, la persona allora ricorre a vomito auto-indotto o all’uso di lassativi e diuretici per cercare di perdere peso.
Spesso, alle pazienti capita anche il blocco del ciclo mestruale (amenorrea).
L’ossessione per il cibo
Tutte queste patologie hanno una cosa in comune: l’ossessione per il cibo. Le persone che soffrono di disturbi dell’alimentazione non hanno consapevolezza della propria malattia. Ecco perché l’uso del vomito o dei lassativi non viene percepito come un disturbo, ma come una soluzione.
Questo spiega anche perché le persone che hanno un disturbo dell’alimentazione non chiedono aiuto o rifiutano un approccio terapeutico.
Eppure in questi casi, il contatto terapeutico è essenziale. Dopo aver instaurato il dialogo con il paziente, almeno si riesce a tenere la situazione un po’ sotto controllo: si possono monitorare eventuali complicanze mediche o psicologiche.
Psicologo Prato: Chi soffre di disturbi dell’alimentazione ha bisogno della famiglia e degli amici
Nei disturbi dell’alimentazione è molto importante il coinvolgimento della famiglia dell’ammalato (soprattutto se adolescente che vive in famiglia), perché la famiglia deve essere un punto di riferimento e ancora di salvezza, anche se il ragazzo decidesse di abbandonare la terapia.
Nei miei anni da psicologo Prato, ho imparato molto cose sui disturbi alimentari, proprio dai miei pazienti che ho seguito in un percorso riabilitativo. È molto importante per la guarigione completa che la famiglia e gli amici siano presenti e aiutino il paziente a stare meglio con se stesso.
Ma cosa deve fare la famiglia con un figlio che soffre di disturbi dell’alimentazione?
A volte però è la famiglia stessa a trovarsi spaesata e a non saper come gestire questa situazione. Ma bisogna essere molto pazienti affinché le cose vadano bene. Bisogna imparare ad accettare il disturbo, a conviverci, a non colpevolizzare il paziente, non minacciarlo “se non mangi, io…” perché questo peggiora la situazione.
Ancora, bisogna imparare a sospendere il giudizio ed essere empatici.
Chi soffre di disturbi alimentari spesso ha un atteggiamento remissivo e violento nei confronti di chi gli sta vicino. Una persona affetta da anoressia, bulimia o disturbo dell’alimentazione incontrollata può arrivare a demolire tutto ciò che gli sta intorno, perché dentro di lui c’è un grande dolore.
La famiglia deve imparare ad accettare la situazione e trovare un’alternativa emotiva alla sua solitudine.
Psicologo Prato Disturbi dell’Alimentazione: anoressia, bulimia e alimentazione incontrollata
Nei miei anni da Psicologo Prato, a Firenze ed Empoli ho trattato diversi casi di disturbi dell’alimentazione e ho aiutato i miei pazienti ad accettare se stessi, la vita e il mondo che li circonda, senza ammalarsi o star male. Li ho tenuti lontani dalla solitudine e dall’autodistruzione.
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